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MARCHIONNE: GENIO o MERCENARIO? La storia del dirigente filosofo che salvò la FIAT



Marchionne.

Per alcuni è un genio assoluto nella gestione aziendale, qualcuno che ha fatto tutto il necessario per il bene della FIAT, per farla tornare competitiva nel mondo.

Per altri è una sorta di mercenario senza scrupoli degli azionisti. Qualcuno che si è asservito ai ricchissimi proprietari per farli diventare ancora più ricchi, anche ai danni dell’Italia.

È ricordato come un dirigente filosofo. Ma da dove è arrivato Sergio Marchionne?

Nato in Abruzzo nel 1952, è figlio di un maresciallo dei carabinieri. Quando ha 14 anni il padre va in pensione e la famiglia si trasferisce in Canada, dove Marchionne frequenta liceo e università.

All’università prende tre lauree, la prima in Filosofia, la seconda in Gestione Aziendale e la terza in Legge.

All’inizio pensa di fare una carriera accademica, da ricercatore e professore. Nel 1983, però, fa la prima prova con un lavoro in un’azienda privata, la società di consulenza Deloitte, e di fatto, passando da un’azienda all’altra ed a ruoli sempre più elevati, da lì in poi resterà sempre nel privato, fino alla storia con FIAT.

La prima vicenda che vede Marchionne come protagonista è quella della svizzera Alusuisse, realtà di cui diventa prima dirigente e poi Amministratore Delegato nel 1997. La società produttrice di alluminio era in forte crisi nel suo settore. Per riprendersi aveva provato a diversificare in altri ambiti, ma con scarsi risultati.

L’idea di Marchionne, una volta al timone, sarà di concentrarsi sul settore dell’alluminio invece di diversificare. Quindi vende le divisioni di altri settori per investire nell’alluminio ed organizzare la fusione con altre società.

Secondo Marchionne, infatti, in un’economia sempre più globalizzata per sopravvivere è necessario essere il più possibile forti nel proprio settore, altrimenti è impossibile restare competitivi. La vicenda però, dopo anche un problema con l’antitrust, porterà ad una soluzione che non piacerà molto al pubblico svizzero.

Marchionne, infatti, alla fine decide di vendere Alusuisse alla concorrente canadese Alcan. Da una parte ciò serve per far tornare l’attività di Alusuisse, in difficoltà da molti anni, competitiva salvando anche stabilimenti e posti di lavoro in Svizzera dalla probabile chiusura. D’altra parte, però, si tratta di un’operazione che porta in Canada un’azienda storica per la Svizzera, facendo però guadagnare molto bene gli azionisti.

Dopo Alcan ed alcuni altri incarichi Marchionne conosce gli Agnelli-Elkann, che nel 2003 lo includono come dirigente nel consiglio d’amministrazione di FIAT e nel 2004 lo nominano Amministratore Delegato.

FIAT, che al tempo è un complesso industriale attivo in diversi settori, all’arrivo di Marchionne è a rischio fallimento. La società, dopo la fine del periodo di Gianni Agnelli è in perdita ed è sommersa da debiti che non è in grado di ripagare entro le scadenze.

Marchionne, una volta al timone, si comporta in modo simile a come ha fatto in Svizzera. Vende il più possibile le attività di FIAT in settori diversi da quello di punta, le auto, per investire tutto lì e far tornare l’azienda competitiva nel mondo.

Tuttavia, il suo operato diventa più ambiguo dopo il 2010. Marchionne fa un accordo con il governo USA per ottenere il controllo di Chrysler, in cambio però avrebbe dovuto salvare l’azienda americana, al tempo in profondo rosso.

Per farlo, Marchionne taglierà quasi tutti gli investimenti in Italia dirottandoli tutti negli Stati Uniti. Nel 2014 poi, quando FIAT arriva ad avere il 100% di Chrysler, Marchionne realizza la fusione creando FCA ma pone la sede legale del nuovo gruppo non in Italia ma in Olanda, nei Paesi Bassi, per avere una tassazione più bassa ed un sistema legale più vantaggioso per le aziende.

Nel 2018 Marchionne muore, il suo merito è l’aver trasformato FIAT in FCA, una delle più grandi realtà automobilistiche al mondo, la sua colpa l’aver portato FIAT lontana come non mai dall’Italia.

INDICE:
00:00 Intro
00:20 Dall’Italia al Canada
01:51 Diventare un top manager
04:02 La “saga” dell’alluminio svizzero
08:03 Il salvataggio della FIAT
14:49 Un finale controverso

FONTI:
Treccani
Il Sole 24 Ore
Il Post
Panorama
Università Bocconi
investing.com
Corriere della Sera
Swissinfo
La Repubblica

Autore: Cosimo Volpe
Revisione Testo: Edoardo Scirè
Montaggio: Riccardo Gregori
Animazioni: Riccardo Gregori
Coordinamento: Edoardo Scirè

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43 comments
@mr.humbert3411

La fiat l'hanno salvata i soldi degli italiani

@patriziamilesi8692

Beh Marchionne era un genio! La Fiat è stata supportata per decenni dal popolo italiano! Un' altra ditta italiana che abbia avuto così tanta generosità?

@dr.weaklicksofcrashedcurse4535

Un altro video interessante, mi piace il tuo stile.

@MattiaMucci

Grazie del video che racconta alcune dinamiche aziendali che dai telegiornali non traspaiono assolutamente.
Aspettiamo la seconda parte fino all'attuale CEO Tavarez. 🙂

@maurizio8903

Marchionne sicuramente non si può dire che ha fatto tutto bene ma un manager del genere di come ha salvato la Fiat penso che al mondo sia stato tra i primi 5 manager più bravi di tutti i tempi da rispettare stop

@antoniosgrignoli1428

No per colpa sua la FIAT…e finita… perché doveva continuare a costruire auto piccole…e arrivato lui si dovevamo produrre auto premium…. oggi e fallito tutto proprio grazie a lui menomale che ha pensato il Signore…..i soldi non li ha potuto godere

@emanueleterlico3167

Facile salvare le AZIENDE CON MILIONI PUBBLICI !!!!!!!!!!!€€€€€€€€€€€€€ L' AZIENDA SI DIVIDE GLI UTILI , I DEBITI LI PAGANO LA COLLETTIVITA !!! FACILE .